Probabilmente molti di noi, almeno una volta nella vita, hanno sentito parlare del siero di latte; ma di cosa si tratta esattamente? In buona sostanza non è altro che lo scarto che si ottiene dalla produzione e lavorazione di diversi formaggi, quindi la parte liquida del latte che si separa dalla cagliata.
Vediamoci chiaro…
Tuttavia, in realtà il siero non è un vero e proprio scarto, poiché, al contrario, trova impiego nella produzione della ricotta, si utilizza come additivo alimentare e persino come mangime per animali. Cè da dire, inoltre, che il siero migliora sensibilmente la sostenibilità e permette ai produttori di formaggio un risparmio non indifferente, poiché altrimenti tutta quell’acqua ricavata dalle lavorazioni precedenti andrebbe buttata e quindi persa. Esso contiene principalmente lattosio per oltre il 50%, dunque è un’ottima fonte proteica e ricca di amminoacidi ramificati. Sono presenti, inoltre, molti sali minerali, nonché tracce di lipidi e prodotti della degradazione del lattosio come glucosio, galattosio e acido lattico.
Le proteine del siero di latte, per questo, sia isolate che concentrate, sono elementi idonei per l’alimentazione di neonati e ottime per gli sportivi. Oltre alla forma liquida, generalmente la più utilizzata è la forma in polvere, che migliora la consistenza degli alimenti e ne aumenta i valori nutrizionali. In più, esistono diverse qualità di questa sostanza che, ovviamente, varia in base al tipo di formaggio che si sta lavorando e dal controllo dei processi. In linea di massima comunque, si suddividono in siero di latte dolce, di qualità maggiore, prodotto da formaggi duri e semi-duri, e siero di latte acido, derivante da fiocchi di latte e quark.
Insomma, mai come in questo caso possiamo dire “dalle stalle alle stelle!” Qui si tratta proprio di quello che sarebbe dovuto essere uno scarto di lavorazione che diventa un elemento così importante e ricco di elementi e proprietà, nonché fonte redditizia per i produttori e di numerosi valori, proprietà e benefici nei confronti di chi, invece, ne fa uso.