Digiuno intermittente: quanto è consigliato?

Negli articoli precedenti abbiamo analizzato quali sono i benefici di alcune diete come quella mediterranea e quella chetogenica. Oggi, invece, vorremmo dedicare una piccola sezione ad un nuovo modo di alimentarsi che, in questi ultimi anni, si sta vedendo sempre più incrementato: il digiuno intermittente. La prima cosa da dire al riguardo è che si tratta di un’inversione totale rispetto a tutte le correnti di pensiero che abbiamo analizzato fin’ora; esso, infatti, piuttosto che incentivare l’individuo a consuamre spuntini e “spalmare” i pasti in modo uniforme nella giornata, propone un digiuno di 16 ore consecutive a fronte di uno di 8 ore in cui è possibile consumare i pasti.

Digiuno intermittente: il lato tecnico

Lo scopo principale di questo modo di alimentarsi, consiste nel creare una finestra di astensione dal cibo che abbia una durata tale da incidere sul fabbisogno calorico giornaliero e, soprattutto, sul metabolismo ormonale. Sembra, infatti, che privandosi del cibo per diverse ore, nel nostro copro avvenga un’incremento notevole dell’ormone IGF-1 di natura proteica e quello GH detto anche “ormone della crescita” o del benessere. Quest’ultimo, in particolare, giova la liposi, un processo necessario al dimagrimento che che si occupa, in parole molto povere, di rimodellare a tutto tondo la nostra composizione corporea.

Questo tipo di alimentazione, però, non è da prendere sottogamba e, soprattutto, qualora abbiate intenzione di intraprenderla, è necessario prima parlarne con uno specialista che possa consigliarvi se è adatta, più o meno alla vostra situazione. In alcuni casi, in effetti, essa si ritiene produttiva in quanto incentiva l’aumento della massa muscolare e favorisce l’espulsione del grasso.

L’alimentazione durante i pasti

Nonostante le ore di digiuno siano parecchie, chiaramente, durante le ore dei pasti questi devono essere controllati e sempre inclini ad un’alimentazione più sana possibile; tra i cibi più spinti, dunque, ci sono quelli ricchi di nutrienti come la frutta, la verdura, i creali, le noci, i fagioli, latticini vari e proteine magre. Tra queste troviamo, ad esempio: il petto di pollo, lo yogurt greco al naturale, legumi come le lenticchie, che sono proteine naturali, pesci, crostacei e persino tofu e tempeh. 

Al contrario, gli alimenti da evitare sono quelli che forniscono più calorie e pochi o addirittura nessun nutriente: biscotti, crackers, caramelle, dolci, bevande zuccherate e snack di vario genere. In sostanza, questo tipo di alimentazione si basa su un lato tecnico di induzione del corpo a modificare la propria forma attraverso la produzione di un ormone durante le ore di digiuno e, allo stesso tempo, a consumare cibi più sani possibili che possano dare al nostro corpo energia ed abbastanza forza da affrontare le ore di digiuno. Da evitare assolutamente, dunque, sono le calorie vuote.